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Regione Basilicata

Il Fagiolo Igp di Sarconi

Il Fagiolo Igp di Sarconi


L’indicazione geografica protetta Fagiolo di Sarconi è riservata ai fagioli rispondenti alle condizioni ed ai requisiti indicati nel relativo disciplinare di produzione. Nel caso delle varietà Cannellino e Borlotto la preparazione del terreno, da eseguire nel periodo aprile-maggio, è realizzata con l’ausilio di trattrice dotata di monovomere o bivomere su superfici ampie e con motocoltivatore su piccole aree ad una profondità compresa tra 30 e 50 cm, ed è seguita da amminutamento delle zolle con frangizolle o fresa. La semina, dalla terza decade di maggio fino a metà giugno, avviene manualmente o con seminatrice meccanica mediante l’impiego di semi selezionati nella quantità di 80-140 kg/ha. Nel caso invece di ecotipi locali nani e rampicanti la preparazione del terreno, sempre nel rispetto delle modalità descritte, avviene nel periodo giugno-luglio, mentre la quantità di seme da impiegare all’atto della semina varia a seconda del particolare ecotipo. Nella coltivazione del Fagiolo di Sarconi sono ammesse solamente pratiche agronomiche atte a conferire al prodotto le peculiari caratteristiche che gli sono proprie. I fagioli afferenti all’indicazione geografica protetta Fagiolo di Sarconi, allo stato di baccelli freschi da sgusciare, devono essere commercializzati in cassette di legno, dalla capacità massima di 15 kg dove è apposto il logo. Allo stato di granella secca devono essere invece commercializzati con lo stesso logo in confezioni (di tessuto, cartacee o plastificate) di 250 o 500 gr. Al logo è vietata l’aggiunta di qualsiasi dicitura diversa da quelle previste dal disciplinare di produzione. È tuttavia consentito l’uso di indicazioni aggiunte che facciano riferimento a nomi, ragioni sociali, aziende agricole, purché il prodotto risponda sempre alle caratteristiche indicate nel disciplinare e che non siano tali da trarre in inganno i consumatori.

Il Marchio I.G.P. (Indicazione Geografica Protetta)

I Fagioli di Sarconi Igp si producono in un’ampia zona della Val d’Agri, da Tramutola e Marsico Nuovo fino a San Martino d’Agri. Prendono il nome da Sarconi, dove la coltivazione di questi legumi ha antiche tradizioni. Dopo il riconoscimento della Igp nel 1996, i Fagioli di Sarconi si trovano in commercio con il marchio di qualità. Un risultato frutto della collaborazione fra tutti i soggetti della filiera produttiva, che ha permesso di portare sul mercato questo prodotto della civiltà contadina lucana. Coltivati da secoli nella zona di origine, la loro produzione è favorita dalle particolari condizioni ambientali e dalle abbondanti acque irrigue, che permettono di produrre a Sarconi fagioli di qualità diversa da quelli delle altre zone. Inoltre, le basse temperature estive e la freschezza delle acque di coltivazione consentono di mantenere nei semi un alto contenuto in zuccheri semplici, allungando i tempi necessari per la loro trasformazione in amido. Questo dà ai fagioli un tipico sapore dolce. I terreni di coltivazione sono freschi, profondi, fertili, al di sopra dei 600 metri di altitudine. La semina avviene tra aprile e luglio, a seconda delle varietà; per le cure colturali sono ammesse solo pratiche agronomiche e trattamenti a base di rame.

I Fagioli di Sarconi hanno forma ovale o tondeggiante mentre il colore varia dal giallo pallido al bianco con striature più scure. La vendita avviene in confezioni da 250 e 500 grammi. Non richiedono lunghe cotture: vanno gustati in zuppe e minestre o come contorno. Le caratteristiche principali che differenziano i fagioli prodotti a Sarconi sono essenzialmente: -la tenerezza del prodotto, che li rende particolarmente appetibili e digeribili; -la rapidità di cottura, che nel prodotto fresco allo stato ceroso è poco rilevante, mentre diventa evidente e caratterizzante nel prodotto secco; -la particolare sapidità conferita dai metodi tradizionali di coltivazione, dal clima, dai terreni, dalle acque, dal rispetto del disciplinare di produzione.

Le antiche varietà di fagioli per la produzione dei fagioli di Sarconi sono utilizzati solo ecotipi locali di cannellino e borlotto. Le varietà più diffuse mantengono ancora oggi i pittoreschi nomi tradizionali. ricordiamo, in particolare: fasuli risi, tovagliedde, rampicanti, fasuli russi, verdolini, napolitanu vasciu, napulitani avuti, ciuoti o regina, tabacchino, munachedda, nasieddo, maruchedda, san michele, muruseddu, truchisch, cannellino rampicante. Negli ultimi anni, gli agro-ecotipi dei fagioli di Sarconi sono stati oggetto di un progetto di raccolta e conservazione del germoplasma e di selezione dei semi per la riproduzione.

A Sarconi si coltivano ecotipi locali con portamento nano e rampicante. Tra le varietà nane: verdolini, cannellini, tabacchini, ciuoti, risi o tendini bianchi; tra i rampicanti: tuvagliedda rossa, tuvagliedda marrone, maruchedda, munachedda, nasieddu (co’ mussiddu), nasieddu nero, nasieddu rosso.

È difficile attribuire a ognuno una vocazione in cucina e forse sarebbe anche un po’ arbitrario. Pensiamo solo ai cannellini o ai tondini bianchi, sono l’ideale per un antipasto e un’insalata, i ciuoti per le minestre, i tabacchini per umidi di carne e trippa; i verdolini per una delicata zuppa, ma in realtà, come sempre, lasciatevi guidare dalle vostre preferenze.

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